Il topazio di Ferdinando II esposto al MuDi di Taranto

E’ il più grande gioiello artistico del mondo e si trova a MuDi di Taranto.

Taranto accoglie un gioiello strepitoso che lascia a bocca aperta gli studiosi d’arte orafa, ci riferiamo al topazio di Ferdinando II, conservato nel locale Museo Diocesano di arte sacra.

Alcuni mercanti al servizio di Carlo di Borbone o forse un suddito stesso, fedele a Francesco I, non si sa esattamente chi portò poi a Napoli la pietra, ma si sa che era una pietra molto dura, dal colore arancio e dal peso di circa quattro chili.

Inizialmente doveva essere destinata a due lavorazioni diverse, una per la porta della Cappella Palatina del Palazzo Reale di Caserta e l’altra per il portone della Chiesa di San Francesco di Paola a Napoli. Le cose però non andarono esattamente così.

Era troppo dura la pietra e nessun trattamento dava i frutti voluti. Tanti furono i problemi che incontrarono gli orafi a corte. Ogni strumento sembrava inadeguato, gli scalpelli si rovinavano, la pietra neppure veniva scalfita. Per tale ragione il progetto destinato a Caserta si arenò.

Destino diverso invece ebbe quello per la chiesa di San Francesco di Paola. Ferdinando II, tra sfida e rassegnazione, si affidò infatti ad Andrea Cariello, affermato artista di Padula, incisore della Zecca Reale é decoratore della Reggia di Caserta.

Questi si servì di strumenti modernissimi, alcuni anche sperimentali. Adoperò scalpelli con punta di diamante, con impegno e fatica e in dieci anni, finalmente l’opera era pronta. Una gemma di circa un chilo e mezzo, alta diciotto centimetri e lunga quattordici e mezzo, spessa sette.

Un’opera unica che raffigura in bassorilievo di Gesù nell’atto di spezzare il pane. Un autentico capolavoro che avrebbe certamente meritato risonanza a livello internazionale, nel frattempo però a Napoli le cose erano decisamente cambiate, infatti Ferdinando II era morto ed il Regno delle Due Sicilie non esisteva più, era stato annesso annesso alle conquiste piemontesi. L’opera restò al suo stesso autore, ma anni dopo i nuovi proprietari del topazio, la famiglia Latagliata, ne fecero dono all’Arcidiocesi di Taranto.

Oggi si conserva oggi nel Museo Diocesano di arte sacra di Taranto, tra il silenzio e l’inconsapevolezza di molti. E pensare che il topazio fu definito da una commissione di esperti francesi “il più grande gioiello artistico del mondo”.